Biessere. Parole, musica e CHO+

Giancarla D’Adderio – Insegnante, cantante,

creativa, ricercatrice e formatrice in ambito Happiness & Wellbeing,

Innovazione & Qualità

Sede: Genova

Obiettivo: creare laboratori emozionali ed eventi per informare e formare attraverso la musica le persone e le organizzazioni affinché possano riprendere contatto con se stesse;,evolvere, contribuire allo sviluppo sociale e divenire così Organismi Positivi.

La musica è il pretesto per parlare e mettere in comunicazione i diversi attori sociali sui temi del benessere, dell’uguaglianza di genere, della qualità dell’educazione, di condizioni lavorative e crescita economica, innovazione e pace, superamento della violenza e dei conflitti. Ne è un esempio l’intervento musicale tenutosi presso il Palazzo della Giustizia di Genova in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Il tema portante è stata “La Comunicazione Violenta”, l’aspetto più importante quando si è subita una violenza è riconoscerla ed elaborarla dentro di sé. Qual è la mia voce? Qual è la mia vibrazione? Come mi esprimo nella società? Come posso attuare un cambiamento verso il benessere e la felicità?

Cos’è Biessere Benessere al lavoro?

Biessere è un’esperienza di benessere messa in moto grazie ad un gruppo di professionisti che lavora nel campo della Formazione, della Scienza del Sè, del Counseling, della Creazione di Servizi ed Eventi al fine di costruire e consolidare Relazioni Positive e di Valore tra persone, famiglie ed organizzazioni sul territorio.

Biessere è la capacità di costruire ponti di business & benessere grazie alla consapevolezza delle potenzialità e virtù che vivono dentro ognuno di noi, con la piena responsabilità oltre ogni differenza e complessità.

Biessere è un viaggio… è il primo passo verso la conoscenza di sé. Gnōthi sautón, esortavano nell’antica Grecia, conosci te stesso.

Chi è Giancarla D’Adderio e com’è nata l’idea del prototipo?

Sono una persona estremamente creativa ed innovativa con un background formativo e lavorativo economico umanistico ed artistico.

Se vi dicessi che sono un sorriso non mi credereste vero? Eppure l’idea del prototipo nasce proprio da una semplice espressione facciale di felicità che si è manifestata nei momenti di maggiore soddisfazione personale, quando ho realizzato grandi obiettivi e risultati, ma anche quando ho raggiunto piccoli traguardi e soprattutto quando ho perseguito ciò che più era in linea con il mio essere.

La conseguenza di un semplice ed autentico sorridere ha aumentato il mio valore, comprese le mie finanze! E anche le relazioni si sono consolidate ed il benessere ha cominciato a fluire.

Soffermatevi ora con me un minuto a ripercorrere quei momenti dove il sorriso spontaneo ha cominciato a far gioire e risuonare tutto il vostro corpo…

Come vi siete sentiti allora?…E come vi sentite ora? Non è meraviglioso?!!! Riuscite a mantenere vive queste sensazioni corporee? Riuscite a dare voce a questo sorriso tutti i giorni al lavoro?

Avete mai visto un bambino la prima volta che impara a camminare da solo e quando cade poi si rialza con le proprie forze? Io l’ho fatto ed è proprio in quell’attimo, in quella frazione di secondo che vedi sul suo viso una luce che improvvisamente illumina anche te di gioia per la soddisfazione di aver raggiunto la libertà e l’equilibrio. Non puoi non sorridere empaticamente perché è una delle sue prime conquiste. Provate a farlo e vi assicuro che proverete una felicità immensa soprattutto quando scoprirete attraverso l’esperienza di biessere che queste emozioni positive possono essere vissute, portate e mantenute anche nei vostri ambienti di lavoro e nella vita di tutti i giorni. Non è incredibile?!!! Questo stato di benessere una volta provato, rimane dentro di voi come un seme che può essere coltivato e vi aiuta a superare anche i momenti più difficili ed a trovare le soluzioni e i cambiamenti che più si adattano a voi, al vostro lavoro ed al vostro territorio.

Grazie a biessere scoprirete come coltivare e donare il vostro sorriso interiore con intenzione ed attenzione mettendo in moto la chimica positiva all’interno del vostro organismo e delle vostre aziende.

Ora provate a leggere la storia che segue come una sorta di flusso di coscienza… è a partire da questi pensieri che viene concepita biessere.

“Accidenti! È proprio ora di cambiare…pensai. Ancor prima di partecipare e vivere l’esperienza della certificazione CHO, dentro di me era sempre più forte la convinzione che tutto ciò che avrei vissuto sarebbe stata semplicemente la conferma del necessario spostamento verso un nuovo paradigma che voleva essere coltivato ed implementato.

Questo voleva dire essere io stessa la voce e portavoce del cambiamento verso un modello organizzativo collaborativo flessibile dove il benessere e la felicità può essere allenata, sperimentata e aggregata.

Ma come fare? Da dove partire? Quali strumenti usare? Attorno a me vedevo solo burocrazia, conflitti, muri, attacchi e resistenze e la completa sfiducia nel cambiamento e soprattutto la cecità assoluta e scarsa coscienza degli “incubatori di conflitto”: chi ritiene il proprio punto di vista migliore e più benefico di qualsiasi altro e fa di tutto per imporlo a tutti i costi a chiunque senza possibilità di confronto, con anche una buona dose di sprezzo, superiorità e violenza psicologica nei confronti del genere umano, il tutto adeguatamente celato dietro una bella facciata…

Ecco dove nascono i grandi conflitti, pensai…

Come posso mettere un segno più, far capire che siamo noi i primi motori e promotori di credenze e sensibilizzare verso un approccio equilibrato e positivo nei diversi ambiti relazionali ed organizzativi?

Bisognava partire dalla costituzione di un nucleo che potesse affiancare qualsiasi tipo di persona/organizzazione in difficoltà e non, nei momenti di crisi, malessere e conflitto.Fu così che cominciai a visualizzare un sorriso interiore e immaginai di condividerlo con il maggior numero di persone possibili. Quel sorriso rappresentava una grande presa di coscienza; sì perché la parola conflitto porta con sé nella sua primaria accezione quella di far incontrare e mettere a confronto e poi ricercare l’armonia. Così pensai che il primo passo fosse quello di cominciare ad incontrare me stessa, i miei conflitti e poi le persone che avevo vicino, confrontarmi e proporre dei corsi ed incontri a tema puntando sul fattore emozionale della relazione con l’altro perché sappiamo dalla scienza che le cellule rispondono alle emozioni. Se i partecipanti avessero potuto sperimentare direttamente anche un solo piccolo cambiamento durante l’evento avrebbero compreso all’istante.”

Il nostro corpo può sentirci ed io volevo attraversarlo con le vibrazioni positive.

Nasce così Parole, Musica e CHO+: le Parole e la Musica come strumento di sensibilizzazione, crescita personale, guarigione e benessere.

Mi faceva piacere condividere e raccontare attraverso la musica la sintesi di un lungo viaggio interiore del corpo, della mente e dello spirito nell’attivazione del benessere.

Il linguaggio artistico e creativo è quello più adatto a descrivere la vita interiore compresa quella delle nostre cellule che parlano vibrando.

Così ho scelto le Parole a rappresentare il pensiero in grado di trasformare la realtà sotto forma di energia psichica che vibra attraverso i suoni emessi dalla voce interiore. La parola è un insieme di suoni che esprime un’idea che attraverso l’artista che abita dentro ognuno di noi è verità, è in-Canto ed ha il potere di risvegliare e far danzare l’inconscio. La voce è lo specchio delle nostre dirette emozioni. In musica la voce è lo “strumento musicale” primo e imprescindibile, il più istintivo.

La Musica è una scienza che può influire sull’ingegneria sociale. Dove per ingegneria sociale intendiamo in questa sede la conoscenza empatica delle dinamiche umane finalizzata alla comunicazione positiva e all’ottenimento di benessere.

La Musica è un linguaggio universale. Fin dall’antichità è stato studiato il rapporto matematico tra le parole, i suoni e l’impatto che generavano nel corpo dell’ascoltatore e nella sua psiche. Ogni determinato suono emanato ad una certa frequenza agisce all’interno del nostro organismo in maniera positiva o negativa a seconda della percezione. Le nostre cellule possono sentire qualsiasi frequenza attraverso il sistema dei microtubuli. Come per una nota di una scala, ogni oggetto (un sassolino, un organo, un essere umano, un universo) possiede una sua propria vibrazione fondamentale.

Un recente studio ha dimostrato che le proteine del corpo umano vibrano come le corde di uno strumento musicale. Questi piccoli movimenti, che persistono nelle molecole come quando si pizzica una corda o si suona una campana, consentono alle proteine di legarsi tra loro in un processo indispensabile per sostenere le funzioni biologiche vitali.

Dunque possiamo affermare con certezza che la vita ha una propria sinfonia che nasce dalle proteine dei corpi animati i quali vibrano ciascuno con le proprie caratteristiche. Attraverso la sua “musica” il corpo riesce ad eseguire diverse funzioni biologiche fondamentali come ad esempio assorbire ossigeno, riparare le cellule e duplicare il DNA.

La comunicazione intercellulare attraverso il suono avviene molto più rapidamente di quella generata dai segnali chimici e veicola informazioni essenziali per la vita e per mantenere lo stato di salute. Alla luce di queste nuove straordinarie scoperte diventa davvero interessante la prospettiva di un possibile uso delle vibrazioni, ovvero dei suoni, per curare diverse patologie. Grazie ai nuovi approcci alla medicina si può sfruttare il potenziale di auto guarigione attraverso l’individuazione di un codice fonatorio che ci dice cosa stanno facendo le cellule e poterlo così trasmettere ad un altro gruppo di cellule che dopo l’ascolto possono cominciare a vibrare in fase. Unendo le informazioni relative alla teoria musicale dei Frattali con il tuning a 432 Hz, potremo comporre musica coerente e in armonia con:

  1. il cuore umano (battiti cardiaci)
  2. la doppia elica del DNA (frequenza di replicazione)
  3. l’intuizione della sincronizzazione bi-emisferica del cervello
  4. la frequenza fondamentale della risonanza di Schumann
  5. la geometria musicale della “creazione”

La ricercatrice Maria Renold ha rilevato che gli ascoltatori presenti nella stanza cominciavano ad assumere comportamenti polemici e antisociali attraverso la normale intonazione standard basata su un LA a 440 Hz. Quando invece l’intonazione del medesimo strumento veniva eseguita a 432 Hz, le stesse persone, nuovamente invitate ad ascoltare il medesimo concerto, rimanevano questa volta piacevolmente colpite ed entusiaste. Per oltre vent’anni la Renold ha avuto modo di constatare queste evidenze, intervistando e testando più di duemila persone, e oltre il 90% preferiva a priori il tono più basso.

Sono stati condotti altri esperimenti con la musica che ci permettono di osservare come la materia si organizza attorno ad un suono. Questo tipo di studi è conosciuto come Cimatica, o effetto morfogenetico delle onde sonore. In realtà esiste da millenni e già i Veda ne parlavano nei loro testi. In pratica secondo la Cimatica, tutto l’universo è una sinfonia di suoni e vibrazioni, quindi questa scienza studia le forme prodotte dalle onde, ossia le frequenze vibratorie, sonore, elettromagnetiche, e cosi via.

Anche in Italia abbiamo un team di ricercatori che opera nello stesso ambito, guidato dal Prof. Carlo Ventura, docente di Biologia molecolare dell’Alma Mater di Bologna.

Questi studiosi sono riusciti, servendosi di un microscopio a forza atomica, a registrare il suono delle cellule. Hanno, inoltre, dimostrato che il suono prodotto dalle cellule del nostro corpo rientra nel range dell’udibile umano e che per poterlo ascoltare basta solo alzare il volume del segnale.
Ciascuna unità biologica vibra in modo differente a seconda del suo stato di salute e dell’attività che sta svolgendo. La differenza di suono più evidente è fra le cellule sane e quelle sofferenti che sembrano produrre più che un suono, un rumore sgradevole. Ulteriori esperimenti in laboratorio hanno mostrato che, per effetto della risonanza, le cellule sono sensibili alla musica che arriva dall’esterno. Ad esempio, l’ascolto della musica classica o jazz ne allunga la sopravvivenza di due mesi.

Questi studiosi sono riusciti, servendosi di un microscopio a forza atomica, a registrare il suono delle cellule. Hanno, inoltre, dimostrato che il suono prodotto dalle cellule del nostro corpo rientra nel range dell’udibile umano e che per poterlo ascoltare basta solo alzare il volume del segnale.

Ciascuna unità biologica vibra in modo differente a seconda del suo stato di salute e dell’attività che sta svolgendo. La differenza di suono più evidente è fra le cellule sane e quelle sofferenti che sembrano produrre suoni specifici caratteristici. Ulteriori esperimenti in laboratorio hanno mostrato che, per effetto della risonanza, le cellule sono sensibili alla musica che arriva dall’esterno. Ad esempio, l’ascolto della musica classica o jazz ne allunga la sopravvivenza di due mesi.

Perché questo focus sulla Musica?

La Musica aiuta l’uomo a scoprire e sviluppare le sue potenzialità per uscire dai disagi e quindi ritrovare il benessere. Il benessere è come un’atmosfera, è una particolare intesa che si forma tra chi parla e chi ascolta. L’ascolto della nostra musica interiore per comprendere che tipo di messaggi ruotano attorno al nostro essere è molto importante.

“Quando parli stai solo ripetendo quello che sai, quando ascolti puoi imparare qualcosa di nuovo” dice il Dalai Lama.

Così ho imparato l’arte e l’ho ascoltata anziché metterla da parte. Ho coltivato l’arte del cantare e sento la necessità e l’importanza di utilizzarla ed integrarla nella realtà di biessere anzichè lasciarla andare come un semplice svago.

Nasce così l’idea di creare dei laboratori emozionali ed eventi per informare e formare con la musica le persone e le organizzazioni affinché possano riprendere contatto con se stesse e migliorarsi e migliorare la società e divenire così Organismi Positivi.

In realtà la musica è il pretesto per parlare e mettere in comunicazione i diversi attori sociali sui temi del benessere, dell’uguaglianza di genere, della qualità dell’educazione, di condizioni lavorative e crescita economica, innovazione e pace, superamento della violenza e dei conflitti.

Ne è un esempio l’intervento musicale che hai svolto presso il Palazzo della Giustizia in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne.

Ho creato un format per l’occasione “Parole, Musica e CHO+”.

Meditare e Cantare ci ha permesso di “alleggerire il carico” di un evento all’insegna de “La Comunicazione Violenta”, quella che comincia dalle parole e passa attraverso i silenzi ed il linguaggio del corpo. Il messaggio veicolato è stato “riconoscere” il proprio carnefice, per favorire una presa di coscienza tale da iniziare un percorso di emancipazione dalla violenza e dai modelli e schemi mentali che l’hanno originata.

Purtroppo il maltrattamento è un fenomeno trasversale e può essere agito in qualsiasi condizione sociale e culturale. L’esperienza traumatica richiede un profondo e difficile percorso di rielaborazione dei vissuti più dolorosi. Il trauma che si genera da una violenza subita, che sia fisica, psicologica o economica, non ha nulla a che fare col pensiero logico, ma quando è protratto fa sì che il corpo e le sue reazioni si plasmino e si riorganizzino per interpretare il mondo, sempre e in modo costante, come se fosse un luogo pericoloso, imprigionando la paura in profondità nel corpo. La paura, la rabbia, la vergogna diventano le emozioni dominanti e questo impedisce di sentirsi al sicuro, concentrarsi, pensare, esser curiosi, e fa sì che ci si comporti come se il passato non fosse mai finito.

Ecco allora che la Musica trasforma la comunicazione e diventa un utile strumento per tornare a respirare, esprimersi, radicarsi nel presente ed impegnarsi adeguatamente con altri esseri umani.

La capacità della musica di coinvolgimento sociale ha forti conseguenze positive per il benessere e la felicità delle persone. Le tecniche sonore e respiratorie innescano un cambiamento in tutto il sistema nervoso. Si prova amore per se stessi e il calore di una relazione che sostiene. Si abbassa l’attivazione fisiologica grazie al sistema autoregolatore consentendo l’accesso a sensazioni di benessere assai più profonde, stabili e durature, e favorendo una maggiore resilienza del sistema nervoso e della psiche. Il linguaggio artistico e creativo è quello più adatto a descrivere la vita interiore. In tutte le culture il chanting facilita la guarigione e consente di aprire le porte della percezione e della voce interiore.

Qual è la mia voce? Qual è la mia vibrazione? Come mi esprimo nella società? Come posso attuare un cambiamento verso il benessere e la felicità?

Quali sviluppi t’immagini per Biessere?

Ancora allo stadio embrionale, biessere è un’organismo in continua evoluzione che saprà adattarsi di volta in volta alle esigenze di benessere del suo ambiente di riferimento.

Tutti coloro che sentono il desiderio di vivere la vita ed il lavoro in piena libertà e benessere, si possono aggregare all’organizzazione.

Biessere infatti nasce anche dall’esigenza di conciliare vita e lavoro in qualcosa di nuovo ed unico per dare più spazio e tempo alle persone di esprimersi. Stiamo identificando dei percorsi di benessere che creano diverse modalità di essere nelle proprie attività. Per cui se faccio riferimento alle modalità di vivere gli spazi indipendentemente dal loro uso abitativo, lavorativo, agricolo, potremo usare #biessere.spaziosi, oppure a seconda di come integriamo l’arte e la tecnologia nella nostra realtà lavorativa potremo #biessere.creativi, potremo #biessere.viaggiatori e così via…

Sono al momento ancora delle semplici ipotesi che ci permettono di essere più flessibili, dinamici e creativi nel riorganizzare le attività dedicate al benessere attorno a cui ruota la vita, il mondo del lavoro e l’economia. La specifica di Benessere al Lavoro è da intendersi nella duplice accezione sia di portare benessere nei luoghi di lavoro sia di “mi metto al lavoro per il benessere”, ed in questo senso si intendono tutti quegli strumenti pratici per azionare e produrre benessere indipendentemente dal luogo o tipologia di lavoro. Quindi metodologie che sostengano il benessere, mi muovo con tutto il mio essere verso ciò che sento mi fa stare bene e fa stare bene anche “l’altro da me” e di conseguenza l’organizzazione e la società in generale.

Essere b significa allo stesso momento lavorare e vivere in piena coerenza e coscienza del proprio ed altrui business e benessere.

Mi piace pensare che B stia anche ad identificare quell’elemento tra i gas nobili che, conosciuto fin dall’antichità, rappresenta il collante per saldare i metalli e facilita la fusione.

Tutte le relazioni per poter vivere in maniera efficace a lungo hanno bisogno di un collante, di un input informativo primordiale che faccia muovere ed organizzare e vibrare tutte le cellule e di conseguenza le situazioni all’unisono con lo stato di benessere, che è qualcosa di dinamico e che quindi richiede il continuo approvvigionamento, finché non raggiunge una sorta di automatismo risolutivo.

In questo senso biessere sostiene l’efficacia delle relazioni nel tempo attraverso l’utilizzo del metodo win win che viene condiviso. La tipologia di organizzazione che meglio si sposa con le esigenze di biessere è quella snella anzi, quasi inesistente direi, ma collegata e flessibile proprio perchè biessere prende la forma a seconda della collaborazione ed interazione che si va a costituire con le diverse parti.

Sharing Economy, Open Source, Teal e B-Corp sono alcune parole chiave emodalità che ci aiutano ad inquadrare il percorso e viaggio organizzativo di biessere che parte da un modello tradizionale e va oltre nel tempo verso nuovi approcci e paradigmi.

L’ambito è quello del benessere ed empowerment della persona e dell’organizzazione e della formazione directly on the job grazie ad una serie di servizi appositamente creati sulle reali esigenze di coloro che si attivano nel mercato del lavoro.

Queste sono alcune direttrici sulle quali il prototipo di biessere sta procedendo nella duplice strada di portare il benessere al lavoro e mettersi in moto per il benessere. Sulla via per la formazione e trasformazione delle organizzazioni in Organizzazioni Positive, biessere volge il suo sguardo alle agenzie per il lavoro, alle agenzie immobiliari e alla formazione. Si evince che nel mercato vigono ancora vecchi modelli mentali, credenze e convinzioni che biessere comincia a far superare grazie alle competenze sviluppate dal CHO che guida verso nuove forme di business, benessere ed espansione.

#biessere.interattivi. Il CHO propone alle agenzie per il lavoro un nuovo modello di essere più noi e meno io attraverso la formazione in ambito welfare o ad esempio implementando nuovi CV interattivi per un nuovo mercato delle risorse umane dove il valore della persona viene messo al centro e misurato insieme a quello delle aziende partner. Abbiamo avviato un primo contatto con Work Agency e non vediamo l’ora di poter pubblicare i primi risultati.

#biessere.viventi. Si punta ad un nuovo modo di utilizzo degli appartamenti e spazi abitativi/commerciali. Attraverso partnership tra agenzie ed aziende si offrirà un pacchetto benessere con formazione e servizi sollevando le organizzazioni ed i dipendenti da costi e stress e portando benessere alla persona ed al territorio. Si vogliono così sfatare tutti i miti e le credenze che ad esempio conosciamo sulla Liguria.

#biessere.collaborativi. Il mondo è interconnesso ed il bisogno di passare ad un nuovo paradigma economico che sappia evolvere positivamente e trasmettere benessere mettendo al centro le relazioni umane spinge biessere a collaborare con chi si attiva per far conoscere i movimenti di nuovi modelli e prototipi economici che a livello mondiale stanno già funzionando. Foxwin è una di queste realtà che propone pratiche e strumenti per un’innovazione responsabile attraverso le organizzazioni Teal e l’interessantissimo programma Evolutionary Leadeship  aperto a tutti coloro che hanno intenzione di sperimentare (e in futuro) adottare pratiche di miglioramento socio-professionale. Tutto nell’ottica di un’economia come strumento a beneficio della collettività e nel superare i punti deboli del capitalismo: lontananza tra noi e gli altri, ad es. tra ricchi e poveri, razze, religioni; lontananza tra noi e la natura, ad es. riscaldamento globale, plastica negli oceani, aria inquinata; lontananza tra chi sono e chi vorrei essere, ad es. consumismo, basso sviluppo spirituale…).

Vi lascio con un’ultima frase e riflessione attraverso le parole di un famoso scrittore e filosofo:

“L’evoluzione può essere necessaria soltanto a colui che si renda conto della sua situazione e della possibilità di cambiarla, e si renda conto che ha dei poteri che non usa e delle ricchezze che non vede. Ed è nel senso della presa di possesso di questi poteri e di queste ricchezze che l’evoluzione è possibile.”

George Ivanivitch Gurdjieff

Fonti
Peter A. Levine, “Somatic Experiencing” – Astrolabio

Riccardo Tristano Tuis, 432Hz: La Rivoluzione Musicale

https://auralcrave.com/2018/03/29/la-musica-alla-base-della-vita-i-suoni-nascosti-emessi-dal-nostro-corpo/

https://auralcrave.com/2017/03/06/il-big-bang-della-musica/ – Ventura, Class Meteo

https://youtu.be/DoLHZXfYUSM (Ascoltando il suono delle cellule)

https://www.enzocrotti.it

https://www.musica-spirito.it

https://www.ilvasodipandora.org

http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/musica-suono-frequenze-432-hertz.php

https://prospettivalternativa.wordpress.com/2013/12/10/musica-a-432hz-e-frequenza-di-schumann/