24 febbraio 2020. Ultime dal futuro emergente

Daniela di Ciaccio e Veruscka Gennari

Consegniamo il nostro secondo libro – Chief Happiness Officer. Il futuro è delle Organizzazioni Positive – all’editore mentre in Italia e nel mondo stiamo affrontando la sfida della pandemia da Covid-19.

Per noi l’emergenza ha urlato forte il 24 febbraio quando il convegno in cui dovevamo intervenire a Milano è stato annullato, dopo l’incalzante accelerare dell’emergenza.

Nel giro di una manciata di ore siamo state catapultate nel futuro insieme a coloro che, da Bologna in su, si sono trovati ad affrontare per primi questo scenario.

Oggi è il 22 marzo e rileggendo l’ultima bozza inviataci dall’editore prima della fine dei lavori ci siamo chieste: come avremmo scritto questo testo se questa emergenza si fosse presentata appena tre mesi fa?

Se, da una parte, siamo state sollevate nel riscontrare che la struttura, lo stile e i contenuti proposti nel libro mantengono la loro coerenza ed efficacia, dall’altra abbiamo rilevato che non potevamo non aggiungere una nota di riflessione sulla situazione in atto, che deriva dall’osservazione delle risposte e degli effetti che l’emergenza Covid-19 sta producendo a livello organizzativo, economico e sociale.

Fino a pochi mesi fa discutevamo, infatti, dei moniti lanciati dai climatologi sull’effetto dei cambiamenti climatici, o dagli economisti sull’aumento delle disuguaglianze sociali ed economiche.

I futuristi ci invitavano a considerare le sfide demografiche e tecnologiche, ma soprattutto il fatto che i cambiamenti a cui saremmo stati chiamati a partecipare, in un futuro che nessuno immaginava così imminente, sarebbero stati sia profondamente personali sia intrinsecamente sistemici.

Ma quanti di noi avevano effettivamente compreso il senso pratico di quest’ultima affermazione e, soprattutto, quante organizzazioni avevano già attivato misure e compiuto scelte per essere pronte ad affrontare questi cambiamenti?

Nel capitolo dedicato alla Corporate Happiness abbiamo lanciato il messaggio che la transizione al modello culturale dell’Organizzazione Positiva è importante, urgente, inevitabile”.

Nell’introdurre la dimensione della Cultural Transformation abbiamo sottolineato la necessità di far evolvere i nostri modelli mentali e i sistemi economici, organizzativi e sociali verso la “creazione di un valore ecosistemico”, nella consapevolezza che le sfide che abbiamo di fronte, come individui e come specie, saranno sempre più grandi e che le esperienze e le ricerche sul campo ci stanno dimostrando che le Organizzazioni Positive rappresentano il modello più adeguato a prosperare nel cosiddetto mondo VUCA (volatile, incerto, complesso, ambiguo).

Le sfide di questo futuro emergente, di cui discutevamo poche settimane fa, sono diventate prepotentemente presenti tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, con le misure restrittive emanate dal Governo per gestire la diffusione del contagio da Covid-19: una grande prova generale per testare la resilienza e l’antifragilità di tutti noi, come individui e come sistemi.

In molti hanno parlato di una crisi senza precedenti, dell’arrivo del famigerato “cigno nero” di Nassim Taleb, l’evento improbabile che avrebbe sconvolto e cambiato irrimediabilmente le nostre vite, anche se l’autore stesso ha tenuto a puntualizzare, in un’intervista, che, pur nella sua drammaticità e potenzialità di sconvolgimento degli equilibri economico-sociali, questo che stiamo vivendo non rappresenti affatto un “cigno nero”.

Eppure, costretti all’isolamento sociale e all’adozione forzata di nuovi strumenti e pratiche di lavoro ritenute da molte organizzazioni fino a ieri tutto sommato non necessarie e che sono state introdotte senza che ci fosse quella necessaria preparazione culturale per una loro efficace adozione (come lo smartworking o la de-gerarchizzazione delle organizzazioni), oggi “realizziamo” e sperimentiamo tutta l’inadeguatezza e l’inefficienza dei modelli convenzionali di cui abbiamo ampiamente parlato nel libro.

Per esempio, il modello “comanda e controlla” o le strutture basate su ruoli fissi e gerarchie sono messi a dura prova da questa situazione che impone, insieme alla distanza fisica, una necessaria fiducia e un approccio convinto alla crescita e all’apprendimento continuo delle persone: fiducia nelle capacità dei collaboratori di organizzarsi e di gestire il proprio lavoro da casa in maniera responsabile; orientamento all’apprendimento continuo per adattarsi velocemente all’utilizzo di nuove tecnologie e strumenti a supporto di forme e modalità di lavoro diverse da quelle a cui eravamo abituati.

Di fronte a questa emergenza, abbiamo potuto osservare la maggior velocità dei tempi di reazione e riorganizzazione di alcune Organizzazioni Positive che stiamo seguendo nel tempo, e soprattutto il “segno” delle scelte strategiche che stanno mettendo in atto: ne troverai alcuni esempi concreti alla fine di questo paragrafo.

Sono organizzazioni che, in tempi non sospetti, avevano saputo coltivare il proprio capitale sociale, che avevano investito nella creazione di relazioni di fiducia con e tra i propri collaboratori, che avevano favorito una cultura aperta alla sperimentazione, alla trasparenza, alla responsabilità individuale, che avevano coltivato leader gentili capaci di far crescere i propri team e diffusi a tutti i livelli e che hanno progressivamente eliminato ruoli fissi, gerarchie e privilegi inutili.

Queste organizzazioni non hanno aspettato un decreto del Governo che liberalizzasse il lavoro da remoto e “obbligasse” a far lavorare da casa le persone per proteggere la loro salute, ma hanno consapevolmente e strategicamente anticipato queste scelte, adoperandosi non solo per consentire a tutti i lavoratori di avere gli strumenti per continuare a lavorare da casa, ma fornendo ulteriori spazi e servizi per la formazione, la crescita o il necessario supporto al cambiamento.

Sono esempi positivi che continuano a dimostrarci che, anche di fronte alla più disarmante complessità e incertezza di questi tempi, se teniamo la rotta sulla fiducia e il timone saldo sulla cooperazione, il senso di appartenenza e il supporto reciproco, possiamo vincere qualsiasi sfida ed evolverci, alla luce della ormai evidente consapevolezza che siamo tutti interconnessi e solo insieme possiamo farcela.

Iniziative di resilienza e antifragilità delle Organizzazioni Positive

eFM

#IORESTOINSIEME

Le nostre sedi hanno un tratto comune: avere grandi “piazze” al loro interno, luoghi dove si ride, si pensa, si crea, si cresce. Insieme. Questo è la cosa che ci manca di più in questo momento. Per questa ragione, con un meeting aziendale abbiamo aperto la nostra “Piazza digitale diffusa” e l’abbiamo chiamata #IORESTOINSIEME. Duecentoventi persone si sono abbracciate virtualmente e poi hanno allineato testa e cuore sulle sfide che ci pone il momento che stiamo vivendo.
#IORESTOINSIEME avrà anche un suo palinsesto: laboratori per genitori e bambini, uno speaker corner filosofico dove confrontarci sul senso di quello che stiamo vivendo, un laboratorio dove lanciare nuove idee per il futuro e, come ogni piazza che si rispetti, ci sarà soprattutto un “bar”, dove scambiarsi le emozioni che caratterizzano questo mo- mento e, attraverso queste, ricostruire insieme un nuovo “journey”, come persone e come professionisti.

#IORESTOINSIEME sarà soprattutto una piazza aperta a chiunque sia curioso di sperimentare insieme a noi queste forme nuove di “abitare”, che probabilmente connoteranno anche il futuro che ci aspetta e che vogliamo cominciare a costruire.

#PRENDIAMOLACONFILOSOFIA

Chi guida un’impresa compie anche un’impresa, in senso letterale: si produce in un movimento creativo verso il non conosciuto. Un’attitudine filosofica nel determinarne la direzione può aiutare le nostre aziende a contribuire non solo al benessere del mondo cui sono al servizio, ma anche a definirne il senso.

D’altro canto, un approccio di impresa alla filosofia può portare il pensiero a intraprendere un percorso generativo verso la conoscenza. Mai come in questo momento.

Per questa ragione, dopo la #FestadellaFilosofia alla Triennale, abbiamo voluto esserci con Tlon e Piano B anche in questa occasione di incontro fra esperienze e pensieri.

https://www.linkedin.com/company/efm/

Biogen

Kids Smart Playingtime

Dynamo Academy sta operando in queste ore di emergenza con la creazione di laboratori digitali per le aziende, per sostenere le attività di welfare dei dipendenti e dei loro figli.

Per Biogen ha appositamente studiato un’azione a supporto della genitorialità, che impegna i bambini dai 5 agli 11 anni in attività artistiche, motorie ed espressive: il “Kids Smart Playingtime”.

Circa 50 bambini, ogni giorno, sono impegnati in diversi laboratori, ispirati alle attività di Corporate Engagement di Dynamo Academy.

#IORESTOACASA

Revisione della politica di smartworking e riconversione snella e veloce e intelligente dei programmi di training per passare dalla modalità in presenza a quella in distance. Utilizzo di survey per mappare i bisogni reali e sentiti dai propri dipendenti e scelte in linea con questi bisogni.

https://www.linkedin.com/company/biogen-/

Servizi CGN

#CGNnonsiferma

Consapevoli dell’emergenza che sta vivendo il nostro Paese, abbiamo deciso di agire con assoluta responsabilità. Per questo, nei giorni scorsi abbiamo lavorato per garantirvi la continuità dei servizi che amate da 25 anni. Lo facciamo pur tutelando sempre le nostre Persone: ad oggi tutti i collaboratori CGN lavorano in #smartworking.

Anche nelle peggiori situazioni possono nascere delle opportunità: l’Italia intera in questi giorni ce lo sta dimostrando con tanti esempi.

https://www.linkedin.com/company/servizi-cgn/

Oggi, facciamo tutti la nostra parte.
Domani, ci guarderemo indietro più forti di prima. #CGNnonsiferma, siamo con tutti voi! Qui la lettera di Valeria Broggian, Presidente del Gruppo Servizi CGN:

https://bit.ly/3cWfIXF

Zeta Service

Sempre vicini alle persone: l’HR in tempo di quarantena

In questo momento così particolare le persone hanno più che mai bisogno di supporto per vivere in modo equilibrato il proprio ruolo al lavoro e in famiglia, tra coabitazione forzata e lavoro a distanza.

Ecco, allora, un ciclo di tre webinar gratuiti per un confronto con i consulenti Eleva su come la cura e il supporto alle persone migliorino la qualità di relazioni e lavoro anche nei momenti di emergenza:

Siamo tutti caregivers
Il doppio lavoro dei genitori Iperconnessi

https://www.linkedin.com/company/zeta-service-srl/

Mondora

Remote working: dalla programmazione al caffè virtuale . Come si fa
in Mondora

Da noi in Mondora vocaboli e strumenti come “scrum”, “Trello” e “webex” sono stati ampiamente digeriti. Come B-Corp e Società Benefit, quindi pensando anche a come produrre impatto positivo per la collettività in questo momento, abbiamo deciso di stilare una sorta di vocabolario del remote working da condividere con gli utenti, non solo per facilitare il lavoro a distanza, ma anche per renderlo più snello e più inclusivo e permettere a chi si trova spaesato in questo momento di intravedere l’ago della bussola. Perché, in definitiva, quello con cui migliaia di lavoratori devono imparare a fare i conti non sono soltanto tecnologie innovative e per molti ancora ostiche, ma la solitudine che comporta il lavoro in remoto, il sentirsi improvvisamente isolati dalla comunità dei colleghi e attuare pratiche di soluzioni ai problemi completamente diverse. Ecco una serie di best practice quotidiane di remote working adottate da Mondora che possono essere replicate e modificate da qualunque azienda. E un breve “galateo” di regole da osservare ed errori da evitare.

Continua a leggere: https://bit.ly/33hlleK

https://www.linkedin.com/company/mondora-s-p-a-/

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Questa è stata una piccola carrellata perché, come hai certamente capito, ci piace parlare delle cose calandole nella realtà.

Ora, per concludere, ti ricordiamo un dato già condiviso in questo libro:

“In un periodo di 15 anni il 46% delle aziende scomparse dalla lista Fortune 500 lo ha fatto a causa di fattori esogeni. Si aggiunge a questo il dato fornito da McKinsey & Co. per il quale un buon 36% degli AD dichiara di non conoscere i principali rischi che le proprie imprese dovranno affrontare in futuro”.

Oggi più che mai tutti noi abbiamo la consapevolezza “epidermica” di quanto sia vero tutto questo. Anche noi siamo imprenditrici, sappiamo che cosa voglia dire ridisegnare il proprio business plan, creare e innovare in un momento in cui mancano certezze, ma nulla in questo momento ci sta sostenendo di più di quello che abbiamo saputo costruire nel tempo in termini di capitale sociale, fiducia, ascolto e relazione con la nostra rete e i nostri clienti.

Una persona a noi molto cara, Saverio Cuoghi, ha detto: “Questa situazione sta facendo emergere la vera natura di ciascuno di noi”. È così!

Qual è la natura del tuo essere manager, professionista, genitore, figlio, amico, fratello, sorella, collega, essere umano? Quanto sei vicino o distante da quanto hai letto in questo libro? Quanto hai voglia di guidare te stesso e gli altri verso un futuro in cui la cultura della positività ha il sapore e il colore di un mondo sostenibile, in cui la sofferenza si riduce per scelta intelligente di ciascuno di noi?

Le risposte a queste domande le hai già sentite vibrare dentro di te, falle andare oltre.. Oltre le separazioni, oltre l’ego, oltre il “non dipende da me”, falle andare oltre il confine del poco e trasformalo in un abbondante, che possa lasciare a chi verrà la stessa speranza che abbiamo noi oggi di poterci guardare indietro tra qualche anno e dirci meravigliati per l’energia generativa che, come umanità, siamo riusciti a infondere nel nostro futuro.